lunedì 27 maggio 2013


IL SORRISO DELLA LUNIGIANA
   Penso che difficilmente nella storia della Chiesa un altro Papa batta il record dell'attuale quanto a numero di Beatificazioni e Canonizzazioni... Vi confesso che io mi meraviglio nello scoprire tante figure nuove di fratelli e sorelle maggiori, che si sono santificati sovente in condizioni di vita peggiori delle nostre: diventano motivo di consolazione e sprone ad imitarli!
   Casualmente una persona amica, visitando la Parrocchia della localita' costiera dove stava passando le ferie, trovo' l'immaginetta di una certa Madre Serafina Formai, fondatrice delle Suore Missionarie del Lieto Messaggio. Come si fa a rimaner tristi davanti ad un simile nome?
   Si rivolse a me per saperne qualcosa di piu'. Naturalmente anch'io caddi dalle nuvole e le promisi di fare una ricerca su Internet. I risultati furono deludenti: compariva un solo articolo riguardo a due suore della medesima Congregazione, missionarie in Centrafrica. La invitai pertanto a scrivere direttamente alla Casa Madre in Pontremoli (MS). Le Suore le risposero sollecitamente, inviandole anche dei libriccini, alcuni dei quali furono poi girati anche a me.
   Come ho detto prima, mi addentro sempre volentieri nei risvolti di queste nuove figure, sapendo che sicuramente scopriro' qualcosa di utile al mio spirito. Ed ecco pertanto nascere queste poesiole, che abbracciano soltanto il periodo che va dalla nascita sino alla partenza per il chiostro di Letizia Formai (1876-1895). Tutte le vicende relative alla sua travagliata permanenza tra le Suore Calasanziane e la successiva fondazione della nuova Congregazione le lascio alla solerzia di lettrici e lettori. Il mio vuol essere solo un timido sassolino nel grande mare della ...santita'!
*
   Quasi trent'anni fa visitai anch'io i ruderi dell'antica Luni, che diede il nome a tutto quell'entroterra ai piedi delle Alpi Apuane. Salii anche a visitare qualche famosa cava di marmo, ma non mi spinsi fino a Casciana Petrosa, borgata natale di Letizia Formai, nata il 28 agosto del 1876 e battezzata il 3 settembre. Il papa' si chiamava Evangelista e la mamma Angela Scaletti.
   Nella seguente poesia ho immaginato che la futura Fondatrice ripensi alla misteriosa scelta di quei due nomi che hanno contraddistinto la sua vita... Non dimentichiamolo: scelta sempre fatta da altri!

 
I MIEI NOMI       7514

Sempre ripenso a quella provvidente
Mano, che guida tutti i nostri passi
Senza sovente attrarre l'attenzione...
Diedero i Genitori  a questa bimba
Un nome che conosce sol la gioia:
Davvero fu bandita la tristezza
Da questo cor pervaso di Letizia!
Le Superiore vollero nel giorno
Di quella Vestizione religiosa
Darmi un novello nome: Serafina!
Mi par meravigliosa la missione
Di contemplare il volto del Signore
E poi gioiosa spendermi donando
A tutti la certezza dell'Amore
Divino, che rischiara questa vita!
(Oita 23-10-2004)

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   Si puo' dire che la piccola Letizia assieme al latte materno assimilo' anche un grande senso religioso della vita...

MAMMA       7516

Mamma, la prima storia che narrasti
A questa figlioletta sempre resta
Nell'alma saldamente radicata.
Volle l'Amor divino sulla terra
Piantare la sua tenda: Gesu' Cristo!
Sempre m'affascino' questa presenza
E sento che soltanto a Lui vicina
Sapro' la vera gioia pregustare! 
(Oita 23-10-2004)

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   Una bimba cosi' devota in Chiesa non poteva non attrarre subito l'attenzione del Parroco, pieno d'anni e di acciacchi. Egli pensa di affidarle la cura della lampada, che arde davanti al Tabernacolo. Per Letizia quella divento' una vera missione!

LAMPADA VIVENTE     7515

Sembrava casualissimo quel gesto
Del nostro anziano Parroco affidando
La cura della Lampada, segnale
Della presenza viva del Signore
Nell’umil Tabernacolo... Divenni
Davvero viva Lampada d’Amore
E presto il mio Signor non fu piu' solo!
(Oita 23-10-2004)

 *

   Una malattia purtroppo priva presto della materna presenza questa giovane volenterosa, tutta casa e Chiesa. La Mamma comunque ha gia' letto nel profondo del cuore di questa sua figlia e morendo affida al marito una consegna...

L’ADDIO      7517

Mamma, fu troppo breve il tuo cammino
Su questa dolce terra lunigiana,
Eppur sapesti infondere nel cuore
Di questa figlioletta un sommo Amore
Per il Signor, vivente nostro cibo.
Benedicesti sempre il prodigarmi
Perche' nel cor di questi montanari
Non s'estinguesse mai la vera Fede!
Nel congedarti dalla terra senti
Come un dovere quello d'invitare
Il Babbo a non ostacolar la figlia,
Umil esecutrice del divino! 
 (Oita 23-10-2004)

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   Questa giovanissima catechista a tutti gli effetti riesce a rivitalizzare religiosamente il paese. E quando arriva maggio, il mese mariano per eccellenza, e' tutto un fervore di iniziative!

MAGGIO      7518

Mesi di maggio, pieni di fioretti
Alla Madonna e visite giulive
A Chi nel tabernacolo ci attende!
Un santuarietto pare sospirare
Sol la domenica quando lo desta
Quell'argentina voce di fanciulli
Che vengono pregando per ornare
Di profumati fiori il santo Altare.
E quando quella frotta s'allontana,
Sempre si terge lacrime dal viso:
La prece dei fanciulli lo commuove! 
(Oita 23-10-2004)

*
   Letizia indiscutibilmente doveva esercitare un grande fascino. Ricordo sempre la scena di un film degli anni Cinquanta, quando una pescivendola passa davanti ad un bar e tutti gli avventori dimenticano carte e bicchieri di vinello per seguire il passo sciolto di quella ragazza che canta divinamente...
   Una volta tanto anche Letizia sara' stata contenta di apprendere il nuovo nome che circola sulla bocca di tanti in paese!

LA MONACHINA    7519

Comincia a serpeggiare questo nome
Tra i giovani, che restano ammirati
Del candido sorriso di Letizia...
Capiscono che il cor di lei gia' vive
Unito all'eucaristico Signore!
Si sa dove trovarla se scompare
Per qualche tempo... Basta sol varcare
La soglia della Chiesa: sprofondata
Lei pare ormai nel dialogo d'Amore! 
(Oita 23-10-2004)

*

   Io credo ci sia sempre nella vita di ciascuno un momento nel quale la voce divina risuona chiaramente: dipende soltanto da noi accettarla o rifiutarla...

LASCIAR TUTTO     7520

E’ strana questa voce che risuona
Nell'intimo con forza misteriosa...
Vuole che lasci tutto per seguirla
Sino alla fonte stessa dell'Amore!
Il Babbo, gia' provato dalla morte
Si' prematura di Mamma, s'oppone
Decisamente... Senza che lo sappia,
Ripeto il santo gesto di Teresa
D'Avila, che s'affida alla Madonna
Chiedendole materna protezione!
In quell'istante stesso scese in core
Forza novella che giammai svani'! 
(Oita 23-10-2004)

 *
   Dei quasi sessant'anni di vita religiosa, che ancora l'attendono, io riferisco solo questo fatto sul finire della seconda guerra mondiale. Letizia (ora Madre Serafina) nell'apprenderlo dalla viva voce delle consorelle, che ne furono testimoni, vede un'ulteriore conferma della materna protezione di Maria.
   Per rendere maggiormente comprensibile la poesia mi permetto questa spiegazione. Io ho immaginato che a guerra finita il soldato tedesco, che doveva dar fuoco all'abitazione delle Suore in quel paese di Zeri, sia voluto ritornare sul luogo del suo tremendo conflitto interiore. In fin dei conti lui aveva disubbidito agli ordini perentori del Comandante, che voleva vendicare il sangue dei commilitoni caduti in uno scontro coi partigiani... Certo aveva rischiato la pelle! Ma non se l'era sentita lui, cattolico bavarese, di profanare quella casa di Maria!
   Premetto che tanti particolari di questa scena sono frutto soltanto della mia fantasia, che pero' potrebbe aver anche colto nel segno...


SGUARDO DI FUOCO   7513

Sono tornato dove nel gennaio
Di quel Quarantacinque avvenne un aspro
Scontro coi partigiani... Cadder tanti
Dei nostri e ci volemmo vendicare
Dando alle fiamme l'intera borgata.
Entro deciso in questa che mi sembra
Casa diversa per lo strano odore
Come di ceri accesi per l'Altare...
Quanti ricordi della dolce infanzia
In quell'amena terra di Baviera
Quando la Suora tutti c'invitava
Col dito sulla bocca a trasformare
Le chiacchiere di prima in pura prece,
Essendo la Cappella la casetta
Ove abitava il nostro Salvatore!
Scorgo tremanti visi di Sorelle
Che fan da scudo a bimbi costernati...
Cozzan nel cuore gli ordini imperiosi
Del Comandante e queste larve umane.
Intrepida una Suora mi scongiura:
"Nel nome del Signor non far del male
A quest'inerme gregge d’innocenti!".
E’ come se mia Madre avesse alzato
Il braccio per fermar la torcia ardente...
Rivedo ancor le lacrime dei bimbi.
Getto uno sguardo verso quella statua
Della Madonna che si stringe al seno
Il Pargoletto come per calmarlo
Dallo spavento pel notturno viaggio
Verso il lontano Egitto... Assurda guerra
Che rovino' le vite dei mortali,
Ghermendo la bonta' dai nostri cuori! (Oita 22-10-2004)

*
   Io avrei finito. Ma nel libriccino, che riporta alcune preghiere di Madre Serafina, ne ho trovate alcune ispirate ai fiori. Non potevo non dedicare loro due poesiole, essendo gli ascoltatori piu' costanti dei miei colloqui col Signore quando medito a fianco della Chiesetta, immersa nel verde...

SCHIUDERE     7511

O fiori, che schiudete
I calici inondando
Di si' soave odore
Le fertili campagne,
Stessa fragranza emani
L'umil e confidente
Prece dell’alma mia!
(Oita 22-10-2004)

*

AMBASCIATORI    7512

Invidio questi fiori
Che presso il Tabernacolo
Spandono la fragranza...

Li faccio ambasciatori
Del mio struggente amore
Per l'ospite divino!
(Oita 22-10-2004)

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Oita 24-10-2004
Padre Nicola Galeno